mercoledì 2 marzo 2011

Articoli e commenti a Piccoli seminaristi crescono



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Il giorno 24 aprile 2012 15:23, giuliana musso <giulimusso@gmail.com> ha scritto:
Gentilissimo Alfredo, 

sono Giuliana Musso. Vivo a Udine, ho 42 anni e sono un attrice professionista. Da undici anni scrivo i testi che porto in scena.

Ho appena terminato la lettura di "Piccoli seminaristi crescono". Oltre ad essere interessante ed importante dal punto di vista documentaristico, è un racconto pieno di dolcezza, di bellezza, di poesia. Non di una poesia astratta, ma di quella poesia che sta nei dettagli di una vita vera. Il tono schietto del racconto è sempre permeato da una gentilezza d'animo che fa parte dell'opera tanto quanto i suoi contenuti. 

Non sono un critico e le mie parole non vogliono essere un'analisi della sua opera, ma solo un modo per dirle grazie per le immagini e le emozioni che mi ha regalato. Non nascondo che alcuni brani mi hanno proprio commosso. 

Ancora tanti complimenti per la sincerità dei suoi racconti e per la "voce" gentile che li narra. 

Un cordiale saluto. 

Giuliana Musso


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Quanta verità nelle tue semplici frasi di scrittore, Alfredo. Il pensare, l’osservare, il raccontare, è vero, per molti è un istinto naturale, un bisogno di sopravvivenza personale e missionario. Non tutti sanno però incantare come te, non tutti sanno trasformare una merenda fatta di pane e pomodoro in un’elegia di odori, d’infanzia, di ricordi o voglia di semplicità. Passi al lettore vite di prima mano, mai sgualcite pur essendo sofferte, nuove se pur vissute, donate eppure amate.
                              Raffaella Verdesca  su Spigolature salentine  10 dicembre 2011 a 16:00

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Ciao, Alfredo, ho letto il libro e mi è parso di una considerevole bellezza specie nelle sue impreviste pieghe poetiche. Ho anche aperto un altro misericordioso gioiello lessicale, un tuo merlot del 2009 che ho svestito con la stessa passione civile che condusse alla tua svestizione. Che ti sorride quando metti vini e libri sull'altare della vita.
                                                                                                                        Amedeo Martorelli
                                                                                                                 (messaggio del 15 ott. 2011)

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Caro zio, ho finito di leggere il tuo ultimo libro e sono rimasta estasiata. Ora lo sta leggendo anche Salvatore, che non è un amante della lettura, ma, sentito il mio entusiasmo, ha deciso di leggerlo. Quanto a me, che dirti... mi sono sempre chiesta come si svolgeva la vita in un seminario e tu, con grande audacia, hai affrontato questo argomento in prima persona, sì, ma anche con quel distacco che ogni scrittore deve avere, conoscere tanti particolari senza travisare alcuna critica per un mondo che non fa più parte della tua vita e che hai deciso di non abbracciare, svelando anche i tuoi motivi più intimi: è stato bellissimo. D'altra parte anche la consapevolezza che tutto quello che hai vissuto in seminario: la rigidità, la severità, la fede in sé stessa, hanno contribuito a formare l'uomo che sei oggi, anzi, per me che scrivo, il grande zio che sei. Non mi resta che ringraziarti, e penso che tutti quelli che hanno letto il libro siano d'accordo, per aver svelato una vita così ricca di mistero e di fede. E poi leggere tutti quegli aneddoti sui nonni è stato commovente, ma mi hai fatto anche ridere per quella spontaneità di cui i nonni erano carichi e che si conserva ancora nei loro figli e chissà anche in noi nipoti. Quindi grazie ancora.
Paola Romano
messaggio fb 10 ottobre 2011

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